Un Decreto papale: spunto per riflessioni
E domande: le solite, senza risposte
Con Decreto papale di ieri, 22 novembre 2022, è stata commissariata “Caritas Internationalis”, l’organismo con sede legale in Vaticano che soprintende alla missione caritativa dei 162 membri affiliati, sparsi in tutto il mondo. “Cessano dai rispettivi incarichi i Membri del Consiglio di Rappresentanza e del Consiglio Esecutivo, il Presidente e i Vice Presidenti, il Segretario Generale, il Tesoriere e l’Assistente Ecclesiastico”.
Rimozioni eccellenti. Senz’altro. Che, tuttavia, non mi impediscono di pormi delle domande, nel confronto inevitabile con il “caso Hasler”.
Domande cui ho smesso di aspettarmi risposte. Non pervenute – e non solo a noi, come singoli e come famiglia! – nel corso di questi ultimi, interminabili, 5 anni e 8 mesi. Le mancate risposte sono esse stesse una risposta e la dicono lunga, anzi lunghissima, su: silenzi, inadempienze, complicità e… ogni sorta di miseria umana… Non ho smesso, però, e non smetterò (finché ne avrò capacità) di interrogarmi, alla luce di dati oggettivi e di fatti concreti, e di arrivare a conclusioni che mi permettono di convivere – con l’aiuto di Dio – con domande inevase da chi di dovere cui resta, innegabilmente, il carico della convivenza con le risposte negate e con i relativi annessi e connessi.
Di certo: non resterò appesa al cordino di uno yo-yo, eredità di una realtà bugiarda.
Leggendo oggi la notizia della “cessazione” dagli incarichi di tutti i funzionari ai massimi livelli, sono rimasta impressionata dal racconto sviluppato dai giornalisti di casa nostra con il riguardo dovuto, secondo il principio deontologico dell’essenzialità nel rispetto della dignità dei soggetti coinvolti.
E mi è sorta spontanea la domanda: Perché si tratta di “personalità”, di persone che contano?
Ricordo, peraltro, che in linea di massima i principi deontologici sono stati e sono osservati nella quasi totalità delle vicende, con particolare moderazione riguardo a quelle del mondo vaticano… E, non potrebbe essere diversamente; tenuto conto anche delle sanzioni, previste e prevedibili nell’eventualità di trasgressioni; sanzioni: disciplinari da parte dell’Ordine dei giornalisti e di quelle derivanti da azioni legali intraprese da chi dovesse essere leso nei suoi diritti da un esercizio scorretto della professione.
Da qui il salto della mente all’indietro nel tempo e il contrasto lampante nella storia inqualificabile della “cacciata” di Eugenio Hasler – beh! un “pesciolino”; piccolo che più piccolo non si può – che (proprio per questo???) suscitò un clamore mediatico, machiavellicamente orchestrato?
Doppia condanna!
In sostanza: per quale peccato gravissimo, confessato da chissà chi (uno o più di uno???) e quanto contrito fedele nella “camera caritatis” di Santa Marta?
Non è dato sapere.
Invece: l’azzeramento dei vertici CI è avvenuto a seguito di una verifica svolta nel corso dell’anno da una commissione indipendente, con la partecipazione “del personale della stessa CI, ma anche di ex dipendenti e collaboratori”, informa un comunicato-stampa del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. Non sono emerse – vi si sottolinea – evidenze di malagestione finanziaria “o comportamenti inappropriati di natura sessuale… Sono state rilevate carenze relative alle procedure di gestione con effetti negativi anche sullo spirito di squadra e sul morale del personale”.
Tali precisazioni mi ripropongono altre domande, partendo dalla puntualizzazione che la vicenda arrivata all’epilogo di ieri è stata opportunamente vagliata da più consulenti esperti, insieme a conoscitori dall’interno dell’ambiente lavorativo e degli impiegati nel medesimo.
Ebbene: è stata condotta una verifica sull’attività e sulle mansioni svolte da Hasler in Governatorato, nel corso dei suoi 12 anni di servizio, sempre accompagnate – si badi bene – da valutazioni e giudizi lusinghieri, non solo orali, ma anche messi per iscritto in varie occasioni, e inoltrati a noi genitori?
E, se sì: da chi è stata svolta l’indagine, per conto di chi e sulla base di quali elementi riscontrabili, dal momento che all’ex funzionario non è mai stato mosso un richiamo d’ufficio, né lo stesso è stato sottoposto ad alcun provvedimento disciplinare?
Nota non irrilevante: non sono stati nemmeno formalizzati i “rilievi” mossi a voce dal papa nel segreto di uno studio della residenza di Santa Marta, il 28 marzo 2017.
Qualche giorno dopo tale data memorabile, a mia precisa domanda, dal suo diretto superiore – in un locale pubblico nei pressi del Palazzaccio – fu risposto che aveva ricevuto una sola lamentela verbale sul conto di Eugenio, precisando il settore di attività dello “scontento”, e aggiungendo (testuali parole che mi sono rimaste incise nella memoria): «non si può essere simpatici a tutti».
Di “Caritas Internationalis” sono stati rimossi in toto i “capi”. Eugenio, al contrario, non svolgeva un ruolo dirigenziale…
Mi sembra che quanto ho esposto, per sommi capi, sia più che sufficiente per farsi un’idea per chi lo volesse.
Due i pronunciamenti, fra i più recenti, di papa Bergoglio, che ritengo pertinenti e che – lo confesso – mi suonano provocatori.
- “Il perdono è un diritto umano. Noi abbiamo tutti il diritto di essere perdonati, tutti”. (Dal discorso pronunciato il 25 marzo scorso, ricevendo nell’Aula Paolo VI, gli 800 partecipanti al XXXII Corso sul Foro interno promosso dalla Penitenzieria Apostolica)
- “A volte soffro quando incontro gente che piange perché è andata a confessarsi e le hanno detto di tutto. Se tu vieni a confessarti, perché hai fatto una, due, diecimila cavolate… ringrazia il Signore e perdonalo! Ma che l’altro provi ancora vergogna e tu insisti, insisti. “Non posso assolverti, perché sei in peccato mortale, devo chiedere il permesso al vescovo…”. Questo succede, per favore! Il nostro popolo non può stare nelle mani di delinquenti. E un parroco che opera così è un delinquente, nel vero senso della parola. Volente o nolente. Ossia, pastore vicino con misericordia e tenerezza. Vi è chiaro? Perché credo che questo vada sottolineato”. (Dal discorso pronunciato a braccio, durante l’udienza riservata ai Partecipanti al Corso per Rettori e Formatori di Seminari dell’America Latina, ricevuti in Sala Clementina, il 10 novembre scorso)
Maria Michela Petti
23 novembre 2022