Promemoria per i neoeletti al Parlamento europeo
Varrebbe la pena incalzare gli occupanti gli scranni del rinnovato Parlamento europeo, col riproporre tale promemoria, in tutti quei casi (a venire) di violazione dei valori democratici e dei diritti elementari dei cittadini – fino all’ultimo fra gli ultimi – e per quelli che sono già ripetutamente venuti alla luce e davanti ai quali, per convenienza, si è preferito voltare lo sguardo dall’altra parte per non urtare gli “intoccabili”.
Incalzarli, riproponendolo, con la stessa martellante insistenza con cui, fino a due giorni fa, hanno pungolato il corpo elettorale a non disertare le urne i candidati alla carica di europarlamentari. Trovando alleati, nella caccia al voto, in tantissimi “soloni” di tutto rispetto e in “profeti” di sventura che si sono sentiti in dovere di mettere in guardia gli elettori dal rischio di perdita della democrazia, minacciata – in linea di massima oggettivamente a ragione – ma da verificare se nel loro intento completamente esente da interesse di parte.
“Profeti” solitamente impegnati in ripetitive osservazioni “verbali”, senza il benché minimo coinvolgimento attivo, nemmeno in questioni fin troppo evidenti nel raggio di proprio riferimento.
E, all’improvviso, ecco che hanno rivolto – durante le settimane che hanno preceduto le elezioni conclusesi ieri, 9 giugno – l’appello vibrante addirittura con indicazioni di voto…
A qualcuno, poi, ha dato fastidio il richiamo a guardare in casa propria, prima di dare lezioni in materie non di loro stretta pertinenza, pur senza voler negare ad alcuno il diritto alla libertà di manifestare il proprio pensiero.
Che tale libertà sia di tutti!
Anche di chi ha difeso il diritto ad esercitare il ruolo ricoperto per mandato elettorale, suscitando qualche “correzione” di troppo da parte di “professoroni”, sempre sul chi va là e pronti alle sottolineature con la matita blu che, ai miei tempi scolastici, era lo spauracchio di noi studenti.
Che l’impegno professato incessantemente anche da alte cariche istituzionali a denunciare e difendere i valori democratici, sempre e ovunque siano violati, trovi – una volta e per tutte – piena concretizzazione. Senza fermarsi su qualche soglia invalicabile e per “rispetto umano”, deleterio soprattutto per i più deboli e indifesi. Senza aspettarsi che qualcuno di questi “casi” diventi una bandierina sfruttata nell’interesse cinico di qualche partito.
Che valga universalmente il dovere del rispetto delle leggi, poste a fondamento della civile e democratica convivenza, e il rispetto effettivo dei deboli! Elencato – per ultimo, ma non ultimo! – nel paradigma applicativo di “democrazia” enunciato da Pericle.
Maria Michela Petti
10 giugno 2024