Misericordia 8 Gennaio 2021 3 Di EH(?) Condividi:Fai clic per condividere su Mastodon (Si apre in una nuova finestra)Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)AltroFai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)Mi piace:Mi piace Caricamento...
«Il vero io è quello che tu sei, non quello che hanno fatto di te» (Paulo Coelho).
Tante sono le frasi celebri cui la vignetta mi ha fatto pensare. Più che un commento mi suggerisce una riflessione, essendo essa stessa commento di una realtà che niente e nessuno potrà mai cancellare, per quanti sforzi si mettano in atto per insabbiarla. Ed è la rappresentazione plastica di sofferenze ignorate con un tasso di indifferenza che tradisce totale mancanza di umanità.
Fa impressione leggere il nome di esseri viventi, di persone, incise su lapidi sepolcrali. Un “privilegio” – questa lettura – che certamente non è riservato ai sepolti perché realmente morti, ma solo ai “sepolti vivi”.
È in questo caso che si apprezza appieno la massima di Cicerone: «La vita dei morti è riposta nel ricordo dei vivi». E: quando qualche vivo risveglia il ricordo degli abbandonati all’oblio, di “vivi” seppelliti nel dimenticatoio, allora questo ricordo – soprattutto se gratuito, disinteressato e risvegliato da persone che nemmeno si conoscono, mentre gli “altri”, quelli che addirittura si professavano “amici” e si sedevano a mangiare allo stesso tavolo, continuano la propria vita, come niente fosse successo, come se non fossero stati attori in storie opache, persino squallide – allora questo ricordo, è il caso di gridarlo forte, è più di una delicata carezza.
Lo psicanalista spagnolo Ángel de Frutos Salvador, richiamandosi a Freud, ribadisce: «Soffriamo di ricordi, ricordi dimenticati, che non ci dimenticano». Ben vengano quando soffiano via almeno un po’ di polvere da quei ricordi che ci si ostina a credere di aver cancellato dal proprio orizzonte limitato – molto limitato – coltivando l’illusione di aver esercitato il potere di vita e di morte su un essere umano in nome di una prerogativa personale, peraltro surrettiziamente, in quanto non riconosciuta da alcuna legge umana e men che meno divina!
Allora sì: quelle pietre sepolcrali della vignetta sono il monumento onorario a persone vive perché creature di Dio – che non dimentica i Suoi figli – che non le ha dimenticate e di tanto in tanto invia loro, secondo il disegno preciso della Sua volontà e in modalità inattese, insperate e tutte da saper cogliere con gratitudine, segni ineludibili della Sua vicinanza e del Suo amore.
Maria Michela Petti
La vignetta rappresenta una realtà, che riempie di tristezza ogni uomo di buona volontà, e, particolarmente chi crede in Cristo ed ama la Chiesa. Perciò mi rattrista non poco, ma non mi sconvolge, perché San Paolo mi ricorda che anche la sua vita è stata una battaglia. Mi rendo conto come ora il Papa si senta quasi assediato dalle forze del maligno, che continua a fare il suo mestiere, iniziato all’inizio dei tempi, quando Lucifero tentò di mettere lo scompiglio nei piani di Dio. Allora ci fu l’intervento del Padre, che provvide subito a cacciarlo dal Paradiso. Il principe del male è tornato alla carica, quando il Figlio, venuto sulla terra, dovette scontrarsi con i mercanti del Tempio. Anche allora ci fu il suo intervento per cacciare quanti stavano trasformando in un mercato la Casa della preghiera. I due interventi colpirono “chirurgicamente” laddove si era annidata l’opera del demonio, perché fatti direttamente dall’Onnipotente. Padre e Figlio, però, hanno scelto un’altra via per contrastare l’opera del demonio : per rispettare la dignità dell’uomo, nella battaglia contro il male lo lasciano libero nelle sue scelte , pur riservandosi di dire Loro l’ultima Parola. Ciò, però, espone tutti a sbagliare, Papa compreso, e costringe molti a soffrire. Nel momento della prova ci sostiene la speranza che Dio certamente interverrà con la potenza del suo Spirito per trasformare il male in bene, asciugando le nostre lacrime e trasformando il nostro lutto in danza. Il fondamento di questa speranza è solido, perché sappiamo che in Cristo il Padre è intervenuto col suo Spirito a “restituirGli” quella gloria, che i nemici erano riusciti a toglierGli momentaneamente , ponendolo tra “i malfattori” e considerandoLo “reo di morte”. Succederà anche per quanti ingiustamente in Vaticano sono stati “colpiti” e “sepolti nella polvere” ? Lo spero e me lo auguro di tutto cuore. Personalmente ammiro il dott .Eugenio ed altri ancora, che mi sono premurato di ascoltare, per la dignità con cui ora soffrono ingiustamente : passeranno alla storia come insegnamento per i posteri. Prego Mons.Marini, che tanto amava il Papa, perché in cielo si dia da fare con i suoi amici per ottenerci che cessi subito questa sofferenza e che torni presto a splendere nel nostro cielo il sole della verità e della giustizia. “Lassamme fa’ a Dio!” don Luigi Colavolpe
Posso sono ringraziarLa, caro Don Luigi, per le Sue sapienti parole, per le Sue preghiere, che sono di grande sostegno, e per la vicinanza!
Cerco di seguire le funzioni e le attività della Comunità, sperando di poterLa incontrare appena sarà possibile.
Sono le persone di Chiesa come Lei che ci aiutano a non perdere la Fede.
Un abbraccio e ancora GRAZIE!
Eugenio