In un Podcast d’Oltreoceano la Lettera della dott.ssa Cano al dott. Tosatti, pro-Eugenio
Ampio risalto ha trovato in un Podcast registrato Oltreoceano, e disponibile su YouTube, la Lettera inviata dalla dott.ssa Cano al dott. Tosatti (che l’ha pubblicata, il 9 aprile scorso, sul suo seguitissimo blog “Stlilum Curiae”) per provare ad abbattere il muro di silenzio e omertà eretto intorno alla vicenda di Eugenio Hasler, per la quale la dottoressa auspica la sensibilizzazione dell’opinione pubblica, essendo rimaste senza risposta – denuncia pubblicamente – le decine di lettere in suo favore indirizzate al papa con cadenza mensile, fin dall’inizio della tristissima storia. Per inciso: sono innumerevoli, per quanto di nostra conoscenza, le altre inoltrate con lo stesso intento da firmatari di località diverse. E, di alcune conserviamo gelosamente le copie che essi stessi ci hanno trasmesso, come ho già riferito il 7 marzo 2021, in “Lettere. Ce n’è per tutti i gusti” (in: www.eugeniohasler.info).
L’autore del video:”Francis Strips Traditional Nuns Of The Sacraments And Catholic Identity” – inserito in: returntotradition.org, il 12 aprile scorso – (al link segnalato a margine del presente Post), dopo un esame critico delle disposizioni introdotte nel corso del pontificato corrente in materia di Liturgia Tradizionale e delle direttive impartite agli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica con l’Istruzione “Cor orans”, per la corretta applicazione della Costituzione “Vultum Dei quaerere” sulla vita contemplativa femminile, cioè la clausura, illustra (riprendendolo da “LifeSeiteNews”) il caso della rimozione, a decorrere dalla recente Domenica delle Palme, di padre Maximilian Mary Dean da cappellano delle monache carmelitane scalze di Fairfield, in Pennsylvania. Analoga decisione – aggiunge – è stata adottata nei confronti di mons. Thorburn, allontanato dalla cappellania di Valparaiso (Nebraska). Il tutto a seguito della visita apostolica, del settembre scorso, alle suore da parte della commissione incaricata per lo scopo dal Vaticano.
Di seguito il dr. Anthony Stine, commentatore per la piattaforma cattolica “RETURN TO TRADITION”, autore del Podcast in oggetto, introduce – al min. 7:29 – la storia di Eugenio, che definisce “straziante”, riproponendo stralci essenziali della Lettera della dott.ssa Cano, pubblicata sul blog di Tosatti, commentandoli senza peli sulla lingua. Modo di dire come non mai appropriato, data la modalità vocale dell’informazione sull’argomento trattato e per l’accento posto, principalmente, sulle contraddizioni fra la predicazione e l’azione (punto dolente ben evidenziato dalla dottoressa), nonché sull’abitudine consolidata degli uomini di Chiesa a rifugiarsi nel silenzio, per facilitare la dimenticanza di questioni complicate e, al momento attuale, ancor più inficiate dall’unilateralismo di giudizio (inappellabile) e dalla centralizzazione del potere.
Sull’affermazione del dr. Stine circa l’attenzione a livello internazionale che incomincia ad attirare il “caso Hasler”, faccio osservare che:
- il tentativo messo in atto dalla dott.ssa Cano, rendendo di dominio pubblico la sua strenua difesa della verità sul conto di Eugenio, ha sortito un primo, significativo, effetto, sperato ma non scontato. E di questo siamo grati, innanzitutto a Dio, e con lei ovviamente anche al dott. Tosatti per la disponibilità dimostrata nell’accogliere il suo appello.
- Ma, a onor del vero, la triste vicenda ha, a più riprese, trovato accoglienza su organi di stampa estera durante gli ultimi due anni, come si evince dalla raccolta di notizie curata per la Rassegna Stampa del sito dedicato, che ben dimostra la disparità di trattamento riservata dagli operatori dell’informazione di casa nostra. Dove – non posso non ricordarlo per l’ennesima volta, e come ha sottolineato anche la Cano – soprattutto ad opera di alcuni giornalisti (megafoni di voci fatte filtrare ad arte) si alimentò quel sensazionalismo mediatico che offrì un bocconcino prelibato soprattutto agli squali internettiani, che si esercitarono nel massacro del malcapitato. Parimenti, non posso non rilevare il rispetto delle regole della deontologia professionale da parte della maggior parte degli altri giornalisti italiani, alcuni dei quali si limitarono a dare la notizia stringatamente ed altri se ne astennero addirittura, come da prove in nostro possesso.
Sul conto dell’autore del Podcast, qui presentato, non dispongo di elementi utili per esprimere una valutazione del suo livello di fama nel panorama mediatico americano, oltre il numero di tutto rispetto dei commenti ai suoi interventi, che ho potuto riscontrare attraverso una ricerca sul Web. E, comunque, nulla potrebbe influenzare la nostra riconoscenza nei suoi confronti, per aver preso in seria considerazione la pubblicazione di “Stilum Curiae” che riguarda Eugenio e l’interesse per il suo bene, su cui le persone che lo hanno a cuore, con noi, fanno convergere i loro sforzi, secondo le proprie possibilità, senza demordere e senza paura, nell’intento di far emergere la verità nella sua completezza.
Quanto alla giustizia, poi… ci rimettiamo a Dio, cui tutto è possibile…
Il clima pasquale, in cui siamo immersi, mi induce ad un’ulteriore riflessione su un tema sottaciuto: il pilatismo.
«Che cos’è la verità?» (Gv 18,38) chiese Pilato a Gesù, ponendo fine all’interrogatorio cui Lo aveva sottoposto. Rinunciando ad approfondire la risposta ottenuta sulla Regalità di Cristo, voltò le spalle all’ Accusato di lesa maestà e alla verità che fa paura, troppo spesso, e soprattutto a chi esercita il potere senza limiti di sorta, perché la sua luce obbligherebbe a fare i conti con i vizi (e le loro conseguenze) connessi allo strapotere.
«Pilato ha accantonato questa domanda come irrisolvibile e, per il suo compito, impraticabile. Anche oggi, nella disputa politica come nella discussione circa la formazione del diritto, per lo più si prova fastidio per essa», scrive tra l’altro Benedetto XVI al capitolo “Gesù davanti a Pilato” (pp. 213-219) in “Gesù di Nazaret” (2011). «Redenzione» – precisa – «nel senso pieno della parola può consistere solo nel fatto che la verità diventi riconoscibile».
Negando la responsabilità personale nel mandare a morte un innocente, pur non avendo trovato in Lui alcuna colpa, Pilato si adeguò alla volontà dei Giudei che si erano pronunciati per la liberazione di Barabba, secondo l’usanza per la Pasqua, e consegnò il Nazareno ai Sommi Sacerdoti perché eseguissero la condanna.
Pilato, ricordato per il gesto emblematico di lavarsene le mani (riportato nel Vangelo di Matteo), ha fatto scuola. Quanti allievi hanno superato il maestro nell’arte di tradire la causa della verità, rinunciando a perseguirla e/o restando indifferenti per i soprusi e le ingiustizie!!!
Maria Michela Petti
19 aprile 2022