Purché non resti pura retorica
«Un’attenzione particolare, poi la Santa Sede la pone sull’uso di Internet, e in particolare sui social network, che possono diventare strumenti lesivi e veicoli di messaggi di odio e denigrazione. Per evitare questo i fornitori di servizi Internet e i servizi di social network dovrebbero, secondo la Santa Sede, essere incoraggiati ad adottare standard chiari, trasparenti e non discriminatori, che impediscano ogni forma o comportamento segnato da intolleranza».
Questo uno stralcio dal report di Vatican News, pubblicato ieri – 23 giugno – riferendo dell’intervento da parte della delegazione della Santa Sede all’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, in Europa), in occasione della seconda riunione supplementare del 2020 sulla Dimensione umana, relativamente ai temi della libertà di espressione, media e informazione.
Intervento introdotto con l’affermazione: «Per far progredire la verità, la libertà, la giustizia e la solidarietà nella società, i media – in qualsiasi forma – devono essere protetti e deve essere garantita la libertà che la comunità internazionale ha riconosciuto». Con la seguente puntualizzazione su cui mi piace porre l’accento: «Allo stesso tempo bisogna riconoscere che la libertà di espressione, come ogni diritto umano, ha delle responsabilità che non possono essere ignorate».
Considerazione che ha tutta l’aria di essere scontata; in realtà…
Costatazione che mi ha risvegliato qualche interrogativo. Basta il semplice richiamo alle responsabilità di frequente ignorate, in violazione di diritti umani universalmente riconosciuti che attengono all’integrità dell’uomo e alla sua intangibile dignità?
Sono forse esonerati dal rispetto di tali diritti coloro che non si preoccupano di evitare che vengano veicolate notizie tendenziose, prive di fondamento e/o non provate, false e diffamanti, che offrono l’occasione a leoni di tastiera e taroccatori di ogni cosa trovata in Rete, non trovando di meglio da fare per impegnare il proprio tempo se non in sfoghi “di odio e denigrazione”, per saziare frustrazioni e nevrosi represse?
Poiché sono solita cercare conforto nelle risposte ai miei dubbi nei Sacri Testi, e non dimentico quel «Chi è senza peccato… » (cfr. Gv 8,7) cui sarei tentata di far seguire un punto interrogativo, mi risulta – oggi -particolarmente consolante la lettura del cap. 32 del Deuteronomio, pur con i distinguo del caso, e soprattutto i versetti seguenti:
«Sono un popolo insensato
e in essi non c’è intelligenza (28)
se fossero saggi, capirebbero,
rifletterebbero sulla loro fine (29)
Tossico di serpenti è il loro vino,
micidiale veleno di vipere (33)
… (per finire con l’avvertimento, al 35)
Mia sarà la vendetta e il castigo,
quando vacillerà il loro piede».
Senza dilungarmi in commenti per lasciare spazio ad altre Parole di Vita e Verità:
«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell’aneto e del cumino, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia, la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!» (Mt 23,23-24).
Promesse non ingannevoli! In cui credo fermamente.
Maria Michela Petti
Sempre illuminante, carissima Sgra. Maria Michela. Grazie !