L’augurio in controtendenza de “Il Sismografo”
«Il nostro caldo augurio al Santo Padre è minuscolo ma sincero: che qualcuno che tiene in buona considerazione gli abbia detto almeno alcune delle cose di quanto abbiamo scritto in questa nota».
https://ilsismografo.blogspot.com/2023/03/vaticano-dieci-anni-del-pontificato-di.html
Un augurio che è espressione di un bisogno avvertito e denunciato come ineludibile, nel mentre ci si fa – ancora una volta – interpreti di un clima di diffuso sconcerto e indignazione.
Spassionatamente da parte di chi ha negli occhi la vastissima raccolta di panegirici, passati in rassegna soprattutto negli ultimi giorni.
Dalla Redazione de “Il Sismografo”, che non ha mancato neppure di cogliere (ieri, 12 marzo 2023) le omissioni in particolare su un interrogativo sottaciuto nel corso delle interviste – fiume, moltiplicatesi oltre ogni aspettativa.
“Cinque interviste con Papa Francesco in 48 ore e neanche una parola sul caso Rupnik. C’è stato un accordo?”
«Vicenda – si sottolinea – illustrata al Popolo di Dio e all’opinione pubblica in modo opaco e confuso, con non poche contraddizioni e sospette omissioni e imprecisioni».
https://ilsismografo.blogspot.com/2023/03/vaticano-cinque-interviste-con-papa.html
Sempre ieri, in un’altra Nota – sotto il titolo: “Il Papa e le donne. Il Papa e Rupnik” – dello stesso sito attentissimo alle questioni della Chiesa e del Papato, si ribadiva il contrasto fra il metodo con cui si sta procedendo riguardo a tale vicenda e un’esortazione accorata pronunciata dal papa, sabato scorso (11 marzo), nell’udienza concessa ai partecipanti all’incontro promosso dalla “Strategic Alliance of Catholic Research Universities”, SACRU, e dalla Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice.
«Non lasciamo senza voce le donne vittime di abuso, sfruttamento, emarginazione e pressioni indebite, come queste che ho detto con il lavoro. Facciamoci voce del loro dolore e denunciamo con forza le ingiustizie a cui sono soggette, spesso in contesti che le privano di ogni possibilità di difesa e di riscatto».
Rimarcando la frase “non lasciamo senza voce le donne vittime di abuso”, la Nota de “Il Sismografo” puntualizzava: «qualcosa però non quadra se pensiamo all’orrenda vicenda di p. Rupnik», aggiungendo fin dal sommario della medesima, in grassetto, che già «la sola ipotesi che [il gesuita mosaicista] possa farla franca provoca brividi».
«A mí no me gusta dar entrevistas. Lo hago un poco contra el gusto». Ha dichiarato, fra l’altro, Bergoglio alla connazionale Elisabetta Piqué, che conosce fin dai tempi in cui era arcivescovo di Buenos Aires, nell’intervista rilasciata per “La Nación”. La giornalista, autrice di una delle prime pubblicazioni sul papa argentino: “Francesco. Vita e rivoluzione”, nel libro racconta di aver ricevuto dal papa la sera stessa dell’elezione al soglio pontificio una telefonata con l’invito a partecipare il giorno seguente, con la famiglia, alla prima messa mattutina a “Santa Marta”.
Ormai non mi stupisco più nel leggere di tutto e di più.
Interviste su interviste, per lo più ripetitive, ma sempre con quel “qualcosina” in più, che apre a nuove discussioni e interrogativi, per la maggior parte senza risposte a fare un po’ di chiarezza su questioni di vecchia e nuova data.
Un fiume di parole che si riversano in diramazioni a largo raggio…
Il papa non ama “dare interviste”, ha dichiarato. Forse ha trovato un altro modo ancor più piacevole per diffondere la sua parola: il “Popecast”.
“Un podcast? Cos’è?”. “Bello, facciamolo”. Il primo, in occasione di questo suo decennale, lo ha realizzato con i media vaticani, col quale ha chiesto il regalo della “pace”.
E chi non vorrebbe la pace? Non basta, però, volerla! La pace non la si fa con le parole…
La loquacità, sarebbe bene tenerlo a mente, qualche insidia la nasconde.
Dopo le esternazioni, non gradite, sul conto di Ortega, nel corso di un’altra intervista di questi ultimi giorni – nello specifico alla testata argentina Infobae – sono stati “sospesi” i rapporti diplomatici fra il Nicaragua e la Santa Sede.
E dire che mons. Galantino, presidente APSA (Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica), nemmeno aveva fatto in tempo a magnificare, attraverso il vaticanista del “Corriere della sera” la capacità di Bergoglio di far «cadere i muri con le sole parole», che una porta – per la verità nemmeno spalancata prima dell’“incidente di percorso” – per ora si è chiusa, e chissà quanto a lungo lo resterà… con le problematiche insolute per la Chiesa locale.
Maria Michela Petti
13 marzo 2023