“Il giustizialismo vaticano fa acqua da tutte le parti”
Sostiene Cincinnato su “Il Foglio”
“Il giustizialismo vaticano fa acqua da tutte le parti”
È la sentenza lapidaria che dà il titolo all’articolo firmato da Cincinnato su “Il Foglio”, l’8 febbraio dell’AD 2021, a conclusione di un’inchiesta suddivisa in tre pezzi e condotta sugli sviluppi della vicenda – con conseguente scandalo – che ruota intorno al Palazzo londinese di Sloane Avenue 60, acquistato dalla Segreteria di Stato vaticana. Vicenda dai contorni ancora tutti da chiarire, a distanza di oltre un anno dal momento in cui venne alla ribalta nell’ottobre 2019. Un’operazione immobiliare “opaca” per espressa ammissione del card. Parolin.
Cincinnato consegna così la sua analisi agli storici che, scandagliando il pontificato di Francesco inevitabilmente dovranno scomporre – per poi ricomporre – le tessere di un mosaico costruito con un’insolita smania di voler rompere gli schemi del passato, dichiarati apertis verbis corrotti e nei proclami destinati ad essere rivoltati come un calzino, alla prova dei fatti invece rivelatisi più che mai consolidati, di più: estremizzati da una personalità che ha finito col rompere gli schemi del papato stesso.
Senza paura e a più riprese, senza rinunciare persino ad agire di conseguenza, ho denunciato l’irritualità che ha caratterizzato il “caso Hasler”, disinvoltamente maneggiato, oscurato e dimenticato – dopo averlo gettato in pasto all’opinione pubblica mondiale – perché catalogabile come “pesce piccolo”, secondo il metro di giudizio corrente. Un caso di giustizia sommaria e fulminea, al di fuori di ogni norma e sede canoniche, che all’esterno ha fatto trapelare soltanto una condanna pronunciata nel chiuso di una stanza – famosa per effetti mediatici – in assenza di prove e testimoni, nonché di uno straccio di “sentenza” motivata e scritta.
Come se i soggetti non fossero tutti uguali davanti agli ordinamenti, pure contemplati sulla carta, davanti a principi e leggi ad ogni piè sospinto richiamati in nome di una generica difesa della dignità della persona umana, e – prima di tutto e soprattutto – davanti al Creatore, che non mi risulta abbia mai fatto distinzione fra figli di serie A e figli di serie B, e che nella persona del Figlio inchiodato alla Croce li consegnò tutti, nessuno escluso, alla Sua Mamma.
Riprendo dall’articolo di Cincinnato, dal titolo estremamente eloquente, stralci che rivelano un’incontestabile validità generale e che – mutatis mutandi – possono gettare un fascio di luce anche sul “caso Hasler”.
Esaminando la vicenda controversa che tiene banco da mesi e che interessa i rapporti Italia-Stato della Città del Vaticano, con il coinvolgimento dei rispettivi organi giudiziari, si punta ad evidenziare la contraddizione «sul piano dottrinale, se si pensa a come il magistero della Chiesa invita al rispetto della dignità umana», la «carenza di garanzie procedurali» e le «violazioni dei diritti umani fondamentali che sembrano essere consentiti nel sistema penale vaticano».
«Sia bene inteso – si legge tra l’altro – non si discute sul piano politico la monarchia assoluta che regna in Vaticano. Sono anzi alcuni cardini su cui dovrebbe poggiare questa monarchia a far gridare allo scandalo, come la verità, la dignità della persona, la giustizia e la carità, radicati nel Vangelo, strutturati nella saggezza giuridica dell’ordinamento canonico, e proiettati a livello internazionale dalla Santa Sede. Può Papa Francesco, Papa della misericordia – si sottolinea – assecondare le derive giustizialiste di uno Stato, quello vaticano, che Stato a tutti gli effetti non è, e che risulta essere fuori dal tempo e dal mondo? Per Machiavelli almeno la religione era un instrumentum regni, utile a tenere uniti i popoli ai regni di questo mondo. Nel giustizialismo invece non c’è molto di religioso e certo non può dirsi sia un instrumentum ecclesiae, utile all’unità del popolo di Dio e della sua Chiesa, anzi».
L’esame del “caso” giudiziario oggetto dell’inchiesta giornalistica fa sorgere il dubbio che in Vaticano «agli amici si concede tutto, ai nemici nemmeno la giustizia». Ponendosi la domanda: «Quale è il senso di tutto questo?», Cincinnato risponde con un’altra domanda: «Di sacrificare alcuni e proteggere altri ostentando al mondo una ritrovata purezza del sistema? Ma forse – ricorda subito dopo – sottovaluta ciò che Gesù ha detto ai farisei duemila anni fa e che vale anche per i pastori della Chiesa, quando “legano… pesi gravi e insopportabili e li caricano sulle spalle degli uomini, ma … non li vogliono muovere neppure con un dito. Fanno tutte le azioni per essere veduti dagli uomini … vogliono essere salutati nelle piazze ed essere chiamati maestri della gente”».
«Ormai è evidente anche ciò che si vuole nascondere e non solo ciò che si vuole ostentare», si sintetizza.
E io mi chiedo: forse che l’ osservazione non può essere estesa ai tanti, troppi, plateali siluramenti e rimozioni, compresa la “cacciata” su due piedi di Hasler?
Cincinnato conclude l’articolo richiamando quanto paventato da «Giuliano Ferrara, in tempi non sospetti, quando scriveva su queste colonne [de “il Foglio”] sul Papa “giustiziere di procura”» chiedendosi se “il vero scandalo» non sia che potrebbe ritrovarsi «sul banco degli imputati, dinanzi al giudizio della storia, della giustizia umana, e – constata – di quella divina? Questa, sì, uguale per tutti».
Maria Michela Petti
10 febbraio 2021