1° maggio 2020 – San Giuseppe Lavoratore – Festa dei Lavoratori
Senza entrare nell’aspetto ‘politico’ dell’odierna festa, se rossa, nera o grigia, ritengo importante quest’anno rivolgere un pensiero a tutti i lavoratori, indistintamente.
Sono note a tutti le difficoltà e l’alto tasso di disoccupazione che attanaglia l’Italia. La prima parte di quest’anno (e purtroppo non si intravede un traguardo temporale vicino) ha visto le difficoltà aumentare.
Abbiamo imparato a conoscere la parola ‘Lockdown’, tanto per esser poliglotti… Il 9 marzo scorso. La CHIUSURA TOTALE dovuta al propagarsi del contagio del ‘Covid-19’ altro termine che negli ultimi mesi rimbomba centinaia di volte nelle nostre orecchie.
Ebbene oggi, al di là di ogni vicissitudine personale, voglio rivolgere il mio pensiero e la mia preghiera per tutti coloro i quali stanno soffrendo a causa della mancanza del lavoro, causata o meno dall’attuale situazione di emergenza sanitaria internazionale.
Questo 1° maggio che ci vede privati delle scampagnate all’insegna delle fave e del pecorino, possa essere il preludio ad un 4 maggio che ci porti gradualmente ad una normalità (nel rispetto delle norme di sicurezza che sono di fatto nell’interesse della salute di tutti). Normalità che possa significare non solo la ‘libera uscita’ nelle strade ma anche la ripresa dei vari lavori. E che le persone che avranno perso il lavoro possano avere l’opportunità di trovare impiego.
Ho sempre avuto profondo rispetto per il lavoro. Per il lavoro di tutti, dal primo all’ultimo. Forse una delle mie pecche, se così vogliamo definirla, è stata quella di esser stato più vicino al piccolo che al grande… Ma non importa. Custodisco ricordi indimenticabili al distributore del caffè con l’amico ed ex collega usciere e le ‘signore delle pulizie’. All’alba di ogni nuovo giorno lavorativo eravamo lì per scambiarci due parole ed un sorso di caffè prima di iniziare la giornata.
Non c’era l’usciere, la donna delle pulizie o il funzionario: eravamo tre/quattro Amici che si scambiavano quattro chiacchiere prima di tuffarsi ognuno nel suo rispettivo ambito lavorativo: STESSA DIGNITA’, STESSO SFORZO E STESSO IMPEGNO.
Questi caffè erano un piccolo rituale quotidiano, forse una delle prime cose ad essermi mancata quando, da un giorno all’altro, in quella stanza, su quello sgabello non potei più sedere…. Penso che chi era con me quelle mattine, custodisca come me un bel ricordo. Era il momento di condividere pensieri, preoccupazioni, sogni, battute, esperienze: inverno, estate, pioggia, sole, vento… eravamo li…. sempre!
Loro ci sono ancora lì, ogni mattina, nell’anticamera dei bagni della Segreteria Generale del Governatorato, il loro lavoro lì va avanti. Il mio purtroppo no. Ma la mia amicizia ed il mio ricordo per quelle persone, come per le tante altre che in questi giorni hanno manifestato vicinanza ed Amicizia sincera RESTA!
Quanti ricordi vorrei condividere, ma rischierei di cadere nel patetico… e poi… chi leggerebbe testi così lunghi…
Vi lascio a questo primo maggio con le parole di due Papi sul tema del lavoro:
“La Chiesa però ritiene suo compito di richiamare sempre la dignità e i diritti degli uomini del lavoro e di stigmatizzare le situazioni, in cui essi vengono violati, e di contribuire ad orientare questi cambiamenti perché si avveri un autentico progresso dell’uomo e della società”.
(S. Giovanni Paolo II, Lettera Enciclica Laborem Exercens, 14 settembre 1981)
“…Mi riferisco alla realtà del lavoro, posta oggi al centro di cambiamenti rapidi e complessi. La Bibbia in più pagine mostra come il lavoro appartenga alla condizione originaria dell’uomo. Quando il Creatore plasmò l’uomo a sua immagine e somiglianza, lo invitò a lavorare la terra (cfr Gn 2, 5-6). Fu a causa del peccato dei progenitori che il lavoro diventò fatica e pena (cfr Gn 3, 6-8), ma nel progetto divino esso mantiene inalterato il suo valore. Lo stesso Figlio di Dio, facendosi in tutto simile a noi, si dedicò per molti anni ad attività manuali, tanto da essere conosciuto come il “figlio del carpentiere” (cfr Mt 13, 55). Il lavoro riveste primaria importanza per la realizzazione dell’uomo e per lo sviluppo della società, e per questo occorre che esso sia sempre organizzato e svolto nel pieno rispetto dell’umana dignità e al servizio del bene comune. Al tempo stesso, è indispensabile che l’uomo non si lasci asservire dal lavoro, che non lo idolatri, pretendendo di trovare in esso il senso ultimo e definitivo della vita…”
(S.S. Benedetto XVI, 19 marzo 2006 – Celebrazione Eucaristica per i Lavoratori)
Eugenio (1° maggio 2020, San Giuseppe Lavoratore – Festa dei Lavoratori)