V ANNIVERSARIO (28 marzo 2017 – 28 marzo 2022)
Non sembra, eppure sono passati già 5 anni.
5 anni di devastazione psicofisica perpetrata e reiterata intenzionalmente.
Cosa altro scrivere, i pensieri sono stati e sono tutt’ora tanti, tantissimi. Anche se non vengono pubblicati su social e profili con frequenza.
In fondo anche queste righe sono buttate giù con la forza dell’inerzia perché la stanchezza è tanta ed anche il disgusto.
Un pensiero molto ricorrente, alla luce di alcuni fatti che hanno coinvolto alcuni soggetti, mi ha causato profonda sofferenza ed ulteriore dolore (in aggiunta a quello già presente).
I PROCESSI
Ci sono persone che con grandi impieghi economici, mediatici e legali, affrontano i processi loro concessi con l’intento di dimostrare la propria innocenza. Chi ha più risorse si affida a nomi altisonanti e riesce a coinvolgere i media di rilievo, dando ampio risalto alla propria voce. È chiaro anche che chi ha nomi pesanti e prominenti ottiene con più facilità casse di risonanza a vasta diffusione. Per inciso: sono assolutamente favorevole al fatto che venga data la possibilità di difendersi (e contrario a chi viene accusato e giustiziato senza tale possibilità o ancora accusato del tutto ingiustamente). Quello che però non posso e non voglio accettare, è che tale possibilità venga data solo ad alcuni.
Qui c’è una persona, segnatamente quella che firma questo testo dopo lunghi silenzi, che ha pregato, prega e continuerà a pregare di essere sottoposto ad un processo! Non voglio sottrarmi, anzi! Vorrei che tutto venisse reso pubblico ad iniziare dal famoso dossier (che non ho avuto nemmeno la possibilità ed il tempo di consultare) und dossier del quale posso ben conoscere e presumerne i contenuti (o parte di questi) e sarebbe oltremodo interessante, rendendolo pubblico, vedere come questo dossier sia stato costruito (con quali informazioni, il modo con cui queste ‘informazioni’ sono state recepite, le nazioni nelle quali sono state svolte le indagini, con quante e quali autorizzazioni……). Perché sì, si parla di un processo senza precedenti che coinvolge varie persone (ad altissimi livelli) e per il quale sono state svolte indagini forse non con i giusti crismi (non sta certo a me determinarlo) … però non si parla o non conviene parlare dei pesci piccoli…. Certo, come vengono condotti i processi è sotto gli occhi di molti, ma anche come vengono condotte le ‘indagini’ che poi portano a condanne… che di giusto e democratico probabilmente non hanno molto.
A me però è stata interdetta ogni possibilità di processo. Anche i legali hanno le mani legate (scusate il gioco di parole) perché non si può accusare determinati legislatori….
Eppure… ad alcuni i processi vengono concessi… o diciamo pure imposti MA a questi almeno viene concessa la presunzione di innocenza, principio che a me è stato del tutto ed in tutto NEGATO.
Certo, il mio non è un nome altisonante, il mio incarico o ruolo non era poi così importante (anche se ad alcuni ha fatto molto comodo descriverlo cosi), non rientrava tra i miei incarichi movimentare ingenti somme di denaro dell’Amministrazione per la quale lavoravo, non mi occupavo di appalti o di rapporti con ditte e fornitori (o forse qualcuno avrà detto il contrario ?!) ecc. ero un impiegato. Quindi, a chi importa se campo o muoio? Praticamente a nessuno. Però uccidermi lì per lì importava a parecchie persone, a questo ci hanno pensato in tanti… oltre alle persone fisiche anche un paio di testate nazionali di grande rilievo (dietro le quali sempre persone fisiche ci sono). Il giudizio, la sentenza mediatica, la scure del boia…. Sono arrivate ‘a gratise’ (come si dice a Roma). Anche le fonti, gli informatori (con diritto al loro anonimato in qualsiasi territorio) sono a me noti, ma al mondo no, non possono esserlo perché vengono tutelati. Eppure, verifiche non sono mai state effettuate. A sbattermi sui giornali ci hanno messo una notte! E questo ha segnato tutti i giorni e gli anni a seguire. Una smentita, quella no,… non interessa a nessuno, la distruzione resta.
Oltre alla sentenza inappellabile (forse solo a Gesù Cristo si potrà ricorrere ‘in appello’ a tempo debito), la condanna mediatica, quella volta a spezzare le gambe ed anche, forse soprattutto, il futuro… Prima il passato ed il presente ad essere rasi al suolo e poi, giustamente, occorreva segnare per bene anche il futuro… tanto per non lasciare chances a questo soggetto!
Questo il modus operandi.
Ma non finisce qui…. Da quel 27 marzo 2017 ed ancor più dal 28 marzo 2017 quando tutto fu confermato e conclamato (anche se alcuni sapevano in anticipo di parecchi mesi quale fosse il mio destino), si scatenò una apparente gara di solidarietà e parole. Come detto in particolare dalle ore 12:05 del 28 marzo 2017 in poi, momento in cui rientrai in quello che ormai era il mio ex ufficio… Ci si sbracciava, si offrivano supporto, disponibilità voler cercare/trovare un impiego in tempi brevissimi, a giurare e spergiurare contro questa ingiustizia, ed anche a temere per la propria carriera ‘io sarò il prossimo’ (ancora mi risuonano queste parole nelle orecchie)…
Tante belle parole, tante belle promesse, tutti amici, però: Eugenio, statti zitto nell’immediato.
Promesse pervenute da vari livelli e sottolineo vari anche i più alti in assoluto (ed assicuro, non fu questa l’unica promessa!!!), dalle persone più vicine, molto vicine, a quelle più distanti.
Poi, in fondo, chi si è prodigato in modo reale e fattivo, chi mi ha teso la propria mano anche solo con una o più parole, chi anche con i fatti offrendo magari un lavoretto a nero ad esempio, è stato chi conta poco o nulla, chi non ha influenza e possibilità. Molti altri hanno lasciato una scia di parole… fiumi di parole…
Non dimentico e non voglio dimenticare chi ci ha messo la faccia impugnando carta e penna (a proprio rischio e pericolo ed i rischi non sono pochi di questi tempi soprattutto per chi ha famiglie da sfamare) ed a queste persone rinnovo e sottolineo il mio ringraziamento più profondo e sincero anche se nulla hanno sortito sino ad oggi e da allora! Certe sentenze non si scalfiscono. Sono costruite con armature ben rigide e fondamenta sufficientemente armate.
Resta la profonda delusione ricevuta da più parti, da persone che credevo a me vicine, molto vicine.
Un piano davvero diabolico che con il passare del tempo è venuto alla luce: in pochi hanno avuto il coraggio e la sensibilità di sporcarsi le mani per il reietto. Si cerca di aiutare tante persone, come è giusto che sia ma aiutare me a far venire alla luce la verità no. Ho dovuto accettare tutto di buon grado (non avevo altra scelta del resto), anni ed anni di sacrifici e servizio cancellati da più parti. In fondo… chissenefrega se uno a 35 anni viene rovinato, basta che non mi rovino io. Basta che le carriere altrui non vengano intaccate. Diciamo pure che alcune dinamiche sono venute alla luce proprio in considerazione e grazie al mio ‘allontanamento’, “a pensar male si fa peccato, ma si indovina” (frase di Papa Pio XI, tanto per restare in ambito) E così i frutti non hanno tardato a maturare ed essere raccolti. Ci sono molti fattori che sono sotto gli occhi di tutti: certo, di tutti quelli che non hanno i paraocchi o ai quali non interessa andare a fondo alle questioni e vedere a distanza di 5 anni cosa sia accaduto.
La gente furba avrebbe curato i propri contatti generati dalla poltrona occupata, un cretino come me no, si limitava a fare da ‘filtro’, a scrivere lettere, a fissare appuntamenti (o non fissarli a chi non era gradito), a fare ciò che gli veniva chiesto e non a ‘sfruttare’ i contatti di lavoro in caso di necessità. Altrimenti oggi non mi troverei nella condizione in cui mi trovo.
Certe costellazioni attuali e come queste si sono sviluppate andrebbero analizzate, certi assetti andrebbero analizzati per capire chi andava sacrificato, di chi si poteva e doveva fare a meno, chi dovevano essere attribuite tutte le ‘colpe’ (quali colpe poi?)…. A quello lì… allo svizzero… Questo era il soprannome dispregiativo (manco tanto originale) attribuitomi.
Fa male scrivere, ma ormai lo faccio solo una volta all’anno e mi può essere concesso di annoiarvi, ‘amici’. Siete poi comunque sempre liberi di non leggere, nessuno vi impone di leggermi ed annoiarvi, a parte chi si ostina a ‘spiare’ gli scritti ed a giudicare senza manifestarsi o manifestarsi per vie traverse. Magari molti avranno smesso di leggere dopo le prime righe perché questo può sembrare il solito ritornello.
Mi perdonerete se sottolineo come questa data sia per me più importante di qualsiasi compleanno ormai. Per me equivale alla data di morte. Si muore in tanti modi pur continuando a respirare, come ho più volte ripetuto in questi anni. Anzi, forse la condanna peggiore è proprio questa: la condanna a vivere questa vita!
Di recente ho letto un articolo che per primo credo abbia pubblicato il Dott. Sandro Magister sul suo blog: http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2022/03/15/tra-i-cardinali-circola-un-memorandum-sul-prossimo-conclave-eccolo/
Il mio nome non viene fatto ma posso dire di riconoscermi soprattutto nel punto 3 in quasi tutte le lettere. Demos, cosi si firma l’autore del memorandum in mano ai Cardinali di Santa Romana Chiesa, ha dimostrato di conoscere a fondo tutte le dinamiche attuali e passate della Chiesa, non solo della Curia Romana o di quel che ne sopravvive.
Leggere che talune personalità non sono state trattate con giustizia, che non sono stati concessi giusti processi, che TUTTI hanno diritto ad un giusto processo, queste sono cose vere e sacrosante ma fanno anche male ad uno come me, perché più si è piccoli ed insignificanti e più si viene schiacciati e messi da parte quando si tratta di dimostrare la propria innocenza o di rimettere le cose al proprio posto. Quando si tenta di riparare ad un danno mediatico profondo e certamente non cercato. Quando si tratta di condannare, la carta stampata ti distrugge in un attimo, soprattutto se sei piccolo, insignificante e non hai armi per difenderti dai colossi. Questo chi ha agito contro di me lo sapeva bene, quella longa manus, (non solo al singolare) sapeva che non si sarebbe mai giunti ad una riabilitazione.
Eppure: Tutti hanno diritto a un giusto processo…. (non tutti, quasi tutti!) É per questo che dopo averlo fatto per iscritto (ripetutamente e senza mai ottenere una risposta), privatamente e pubblicamente, lo rifaccio oggi, a 5 anni di distanza: chiedo anche io un processo (giusto o non giusto) ma un processo. So che anche questa richiesta resterà inascoltata come le tante fatte in questi anni…. Però almeno resterà scritta. Qualsiasi cosa dovesse accadere. Da una parte c’è il silenzio assordante, dall’altra le uniche cose che posso fare: ‘scripta manent’.
Anche quest’anno, senza idee e scrivendo di getto, è uscito fuori un testo lungo, forse troppo… ma come detto: nessuno è obbligato a leggerlo… Non vado in cerca di like o di condivisioni come magari qualcuno pensa. Lascio solo scritto quel che ho dentro in un giorno per me cosi tristemente importante, anche perché oggi ci sono, domani chissà.
AUGURI, EUGENIO! Ormai, cento di questi giorni sono passati da un bel pezzo!
Il commento più pertinente alla squallida “storia” che ti vede vittima impotente al cospetto di siffatto disegno disumano, carissimo Eugenio, è nel dettagliato “Memorandum sul prossimo conclave”, pubblicato da Magister e segnalato nell’esternazione (a mio parere liberatoria) della tua sofferenza a lungo, e inutilmente, repressa.
Una storia che, senza altro aggiungere al già scritto e riscritto nel corso dei cinque, indimenticabili, anni appena maturati, non esito a definire “Senza… congruenza…”, a ragione della vacuità del profluvio di:
Parole suadenti in un gioco ad incastro
musica a coprire il fracasso di ogni disastro.
Malizia col trucco… Senza succo.
Tessendo una tela davanti ad occhi stregati
per la durata di un sogno degli sfiduciati.
Rovescio della fraudolenza in dissolvenza.
A tal proposito mi ricollego a Cicerone:
«In due modi poi si può recare offesa: cioè con la violenza o con la frode; con la frode che è propria dell’astuta volpe e con la violenza che è propria del leone; indegnissime l’una e l’altra dell’uomo, ma la frode è assai più odiosa. Fra tutte le specie d’ingiustizia, però, la più detestabile è quella di coloro che, quando più ingannano, più cercano di apparir galantuomini». (De Officiis, I, 41)
Senza giri di parole, si tratta di: ipocrisia allo stato puro. Il sottile inganno che fa filtrare il moscerino e ingoiare il cammello (cfr. Mt 23,24).
Il Maestro smaschera scribi e farisei pronti a rimproverare chicchessia per ogni minima trasgressione della legge, incuranti delle mistificazioni verbali; è impuro ciò che esce dalla bocca…
Nell’ Inferno dantesco (Canto XXIII) gli ipocriti – abilissimi in vita a destreggiarsi, a correre battendo gli altri – “stanchi e vinti” (dal peso dei cammelli ingoiati?), sono condannati a girare intorno “assai con passi lenti”. Le maschere abbaglianti, sfoggiate in vita, si sono tramutate in “cappucci bassi intorno agli occhi sempre dorate di fuori, “ma dentro tutte piombo, e gravi tanto”…
Un fardello per loro… non per i moscerini…; non per un pesce piccolo, come ti sei autodefinito.
Maschere. Tante quelle che abbiamo incontrato lungo il nostro cammino, imparando a nostre spese l’amara lezione pirandelliana che, tuttavia, ci ha permesso di riconoscere i “pochissimi volti” non contraffatti.
Quali domande – oltre quelle rimaste inevase – rivolgere ancora a “farisei” impettiti nello svolgimento di funzione giudicante, se non quelle esposte a ragion veduta dal Beccaria nel saggio sul procedimento da seguire nell’accertamento “Dei delitti” e delle pene” da comminare?
«Chi può difendersi dalla calunnia quand’ella è armata dal più forte scudo della tirannia. Il segreto?… Quali i motivi con cui si giustificano le accuse e pene segrete?». Interrogativi scaturiti dalla premessa che “il costume” delle “accuse segrete” «rende gli uomini falsi e coperti» (Cap. 15), e dopo aver fatto memoria (Cap.7) della diversità nell’esercizio della giustizia umana «nel rapporto di dipendenza rispetto all’Essere perfetto e creatore che si è riserbato a sé solo il diritto di essere legislatore e giudice nel medesimo tempo, perché egli solo può esserlo senza inconveniente».
E: come non prendere in seria considerazione gli errori connessi alla mancata ricerca della verità e gli interrogativi che si pone e su cui invita a riflettere Benedetto XVI, teologo di ineguagliabile statura, in “Gesù di Nazaret. Dall’ingresso a Gerusalemme fino alla risurrezione” (2011), al capitolo “Gesù davanti a Pilato” (pp. 213-219)?
«Che cosa succede se la verità non conta nulla? Quale giustizia allora sarà possibile? Non devono forse esserci criteri comuni che garantiscano veramente la giustizia per tutti – criteri sottratti all’arbitrarietà delle opinioni mutevoli ed alle concentrazioni del potere? Non è forse vero che le grandi dittature sono vissute in virtù della menzogna ideologica e che soltanto la verità poté portare la liberazione?».
Sollecitazioni che dovrebbero smuovere… da una decisione arbitraria e dal torpore non poche… coscienze…
Invece, vige incontrastata
LA GIUSTIZIA AGGIUSTATA
Giove disse alla Pecora: – Non sai
quanta fatica e quanto fiato sciupi
quando vieni a raccontarmi i guai
che hai con i Lupi.
È meglio che stai zitta e li sopporti.
Hanno torto, lo so, non si discute:
ma i Lupi sono tanti e troppo forti
per non aver ragione. (Trilussa)
Secondo un proverbio tedesco, carissimo Eugenio, “il silenzio è un recinto attorno alla saggezza”. Poiché un recinto è protezione di uno spazio scoperto, non luogo di chiusura e arroccamento, mi avvio a concludere questa che è diventata una lunga Lettera di risposta al doloroso sfogo, che hai pubblicato nella triste ricorrenza di ieri, con il richiamo alla raccomandazione evangelica (Mt 10,16) di praticare con la prudenza dei serpenti e, nel contempo, con la semplicità delle colombe il controllo dello spazio tutto tuo, sottraendolo al saccheggio di chi ha dimostrato segni evidenti di tendenza all’egemonia…per usare un eufemismo.
Infine: una serie di “Se”, stralciati dalla poesia così titolata da Rudyard Kipling.
“Se riesci a tenere la testa a posto quando tutti intorno a te
l’hanno persa e danno la colpa a te,
se puoi avere fiducia in te stesso quando tutti dubitano di te
…
Se sai aspettare senza stancarti dell’attesa
…
Se puoi sognare, senza fare dei sogni i tuoi padroni;
se puoi pensare, senza fare dei pensieri il tuo scopo
…
Se riesci a sopportare di sentire la verità che hai detto
Distorta da imbroglioni che ne fanno una trappola per gli ingenui,
o guardare le cose per le quali hai dato la vita, distrutte,
e piegarti a ricostruirle con strumenti usurati.
…
Se sai costringere il tuo cuore, nervi, e polsi
a sorreggerti anche quando sono esausti,
e così resistere quando in te non c’è più nulla
tranne la Volontà che dice loro: “Resistete!”
…
se per te ogni persona conta, ma nessuno troppo.
Se riesci a riempire ogni inesorabile minuto
dando valore a ognuno dei sessanta secondi,
tua è la Terra e tutto ciò che contiene,
e – cosa più importante – sarai un Uomo, figlio mio!”
Col rinnovato impegno da parte mia a scrollare la polvere sotto la quale si sono “ingegnati” a seppellire la tua dignità e la tua persona.