Cosa aspettarsi da un processo in sordina?
Il 18 ottobre prossimo si svolgerà presso il Tribunale vaticano l’udienza che dovrebbe portare a conclusione la causa per “illegittimo licenziamento”, intentata nel novembre dello scorso anno da Libero Milone, il primo Revisore dei conti – chiamato da papa Bergoglio a svolgere tale compito e costretto alle dimissioni nel 2017 – insieme al suo ex vice Ferruccio Panicco (deceduto il 21 giugno scorso) con la richiesta di risarcimento danni materiali e reputazionali per l’ammontare di 10 milioni di dollari.
Vicenda mandata nel dimenticatoio della stampa mainstream di casa nostra.
L’unico giornalista a non mollare la presa è Edward Pentin, corrispondente da Roma per il “National Catholic Register” di EWTN.
Il già redattore di Radio Vaticana, nel comunicare la data – presumibilmente decisiva dell’iter giudiziario – sottolinea tra l’altro: «L’esito della causa Milone-Panicco sarà significativo in quanto la rivendicazione va oltre la protesta della loro innocenza e potrebbe indicare un ampio insabbiamento, corruzione e pratiche ingiuste ai più alti livelli della Curia romana.
È anche – aggiunge Pentin – uno di una serie di casi che riguardano accuse di licenziamento illegittimo all’interno della Curia romana negli ultimi anni».
Per inciso: proprio alle “Altre accuse di licenziamento illegittimo”, cui accenna nell’articolo pubblicato ieri (21 luglio 2023; al link in finale del presente Post), il giornalista aveva dedicato il paragrafo così titolato in quello del 10 novembre 2022 (“Gli ex revisori vaticani citano in giudizio il Vaticano per danni”), dedicato alla particolareggiata ricostruzione della vicenda approdata in tribunale, con significativo esame del “caso Hasler”.
https://www.ncregister.com/news/former-vatican-auditors-lawsuit
Tornando alla mia domanda iniziale: innanzitutto, con i miei familiari auguro al dott. Milone la conclusione rispondente alle sue aspettative e alla fiducia riposta anche nel sistema giuridico del Vaticano.
Ma: non posso non ricordare che il 2017 resta l’annus horribilis della “serie di casi” che il giornalista raggruppa nel trascurato filone di “accuse di licenziamento illegittimo”, alias “cacciate”.
Qualcuna di esse – sopra tutte: quella con “protagonista” Hasler – finì con eccessivo rilievo in “cronaca”, innescando un processo mediatico, sostitutivo di quello che in uno stato di diritto gli avrebbe permesso di difendersi da accuse di cui nemmeno gli furono portate a conoscenza prove e testimonianze accusatorie, nel corso dell’irrituale “udienza” nel segreto di una stanza della residenza Santa Marta, in cui fu emessa la sentenza inappellabile.
Chi e perché lasciò “filtrare” quelle “accuse”, di cui leggemmo su alcuni quotidiani, che neppure usarono la formula di rito – “da fonti autorevoli” – quando si vogliono, o si devono per motivi vari, tutelare gli anonimi “informatori”?
Ovviamente non nego il diritto-dovere all’informazione.
Sommessamente rilevo, ancora una volta, che: alcune testate nemmeno vi fecero cenno; e molte (nazionali e no; anche fra le più importanti) doverosamente si limitarono a dare la notizia nella sua essenzialità, al contrario di un paio in particolare, che soffiarono sul fuoco del sensazionalismo, “ricamandoci” sopra, e insistendo su commenti personali non supportati da dati oggettivi.
Al fine di influenzare l’opinione dei lettori?
In forza, presumo, di quella presunta superiorità professionale, di cui sento menar vanto in un lancio pubblicitario di questi tempi, che mi lascia alquanto perplessa. E: viva Dio! almeno si ammette di mirare alla manipolazione dell’opinione comune…Della massa che si reputa priva di capacità di pensare e farsi un’idea, liberamente, con il proprio cervello?
Per concludere su questo punto: non credo che le prime due categorie di professionisti e testate giornalistiche, che si attennero al rigorosissimo rispetto del codice deontologico, ci rimisero in termini di prestigio e di guadagni materiali.
C’È UN “COMMERCIO DI NOTIZIE” IN VATICANO?
Con la comunicazione del giorno, data da Edward Pentin, mi è gradito rilanciare la denuncia – che ho tenuto “congelata” fino ad ora, attendendo il momento favorevole, che ora colgo – sugli “spioni” che comprerebbero notizie in e sul Vaticano.
Denuncia segnalata il mese scorso da “Il Sismografo” – rimasta sospesa e che, sorprendentemente, non ha destato alcun interesse fra gli operatori dell’informazione – formulata da Bergoglio durante l’udienza privata, concessa il 3 giugno scorso, ai membri del Consiglio di amministrazione dell’Unione cattolica degli informatori e giornalisti di Spagna (UCIPE).
Alla domanda generica sulle “fughe di notizie”, il papa rispose: «le scarpe da ginnastica che soffiano cose da Roma come appuntamenti, informazioni a pagamento e acquisto… a quelli fuori».
Nella lingua originale, lo spagnolo, che ho ripreso dal sito della suddetta Unione e tradotto con Google: “como nombramientos, pagando y comprando informaciones”.
Orbene, a fil di logica: se ci sono “informatori segreti”, “che soffiano cose da Roma”, chi dovrebbe “farli fuori” se non chi ne sia a conoscenza, in “sede”?
E: come mai, invece, si preferisce tenere “la serpe in seno”?
Dal momento che non mi risulta si sia andati – e non si vada – oltre la fumosa denuncia. Non avendo, finora, trovato riscontro a provvedimenti consequenziali, per sradicare il denunciato (per bocca del papa) “commercio” sleale e controproducente. Oltre che nocivo anche per soggetti, estranei a giochi di palazzi e intrallazzi vari, che ne sono venuti – e continuano a venirne – coinvolti, senza responsabilità personali, con conseguenze di rilevanza incalcolabile.
Pertanto: o si parla con cognizione di causa – e quindi si passa dalle parole ai fatti – o si tace; specie ad alcuni livelli e su tutte le questioni di particolare importanza. Tertium non datur.
Perché non si prendono provvedimenti nei confronti degli “spioni” – che oltre tutto, stando alla denuncia papale, incrementerebbero le loro entrate con guadagni illeciti – con la stessa risolutezza e rapidità di decisione dimostrate nel “caso Hasler” rimosso seduta stante dal servizio, svolto con disciplina ed apprezzamento, stando alle Schede annuali di valutazione?
Schede che, in tutta evidenza, non sono state nemmeno lette prima di arrivare alla sommaria “condanna”. Pur volendo tralasciare tutti gli altri giudizi positivi sul suo operato, manifestati ripetutamente in forma scritta e orale anche a noi di famiglia, e la ricerca di “testimoni a difesa” che, con un pizzico di buona volontà e accortezza, sarebbero stati facilmente rintracciabili nella medesima zona frequentata da… “testimoni” per caso… scambiati per la “bocca della verità”.
https://www.ncregister.com/blog/court-date-to-settle-ex-auditor-general-lawsuit-set-for-october
Maria Michela Petti
22 luglio 2023