Andrà tutto bene
In questi giorni così surreali, nei quali le città sono spettrali come nemmeno nei torridi agosti degli anni ‘80/‘90, quando ancora gli Italiani usavano trascorrere gran parte del mese in villeggiatura, una delle cose che mi colpiscono di più è il non poter vedere il viso delle persone, del prossimo. Dietro le mascherine ci sono i volti, le espressioni, i sorrisi, le smorfie, le fisionomie… ecco, quello che posso scorgere dalla giusta distanza di sicurezza sono a mala pena gli occhi, per lo più impauriti, sguardi increduli di questa fine inverno 2020 che ricorderemo per tutta la vita.
Nel giro di poche ore, pochi giorni tutto è cambiato. Vite stravolte. Eppure, non tantissimi anni fa i nostri nonni, bisnonni forse erano abituati ad una quotidianità fatta di restrizioni imposte e non, di rinunce e di privazioni.
Forse impareremo da questi giorni così difficili…. forse no.
Ma l’importante per me sarà poter rivedere i sorrisi della gente per strada, le loro espressioni…. una volta che le mascherine finiranno nei cassetti – o meglio – nei dimenticatoi, dove finiscono abitualmente i brutti incubi che talvolta facciamo la notte.
“Andrà tutto bene”, usiamo dire in questi giorni, io non lo so, ma lo spero come tutti…. dobbiamo avere tanta pazienza, osservanza delle disposizioni e fiducia!
Oggi è venerdì… normalmente ci rallegreremmo del fine settimana, di una pizza al ristorante, di un’uscita con gli amici, invece saremo in casa, ma con i nostri affetti più cari, riscoprendo magari che è bello anche così…. in semplicità….
CORAGGIO ed un abbraccio a tutti!
Eugenio, 13 marzo 2020
«Le cicatrici sono il segno che è stata dura. Il sorriso è il segno che ce l’hai fatta».(Madre Teresa di Calcutta)
Parafrasando la Santa che un giorno, quando eri piccolo, ti accarezzò nel Cortile e, forse. conservi il ricordo di quella carezza: il tuo occhio lucido di oggi, il tuo sguardo positivo su quest’oggi incerto e piuttosto oscuro, puntando al domani. è “grazia” di Dio, in questo momento che oggettivamente non induce all’ottimismo.
È sintomo di speranza; quella che ho riposto nel Signore e che solo Lui ha fatto rinascere in te, proprio dallo stato di sofferenza che ci accomuna nella cattiva sorte che è toccata all’umanità intera, suggerendoti anche una riflessione sul fuori e oltre te.
Per me è una salutare boccata di ossigeno e motivo per compiacermene.
mamma