A te, che non sei
Oscuro il disegno
chiaro l’intento:
colpire nel segno
sfruttando a pretesto
un presunto malcontento,
per saziare presto
la malsana voglia
di ottenere ciò
che le tue pretese ammalia.
Senza farti scrupoli
e col favore di miserevoli
appigli a un qualche potere
che trascende il suo dovere.
Senza volto:
se non quello della negazione
della tua identità.
Senza nome:
se non quello dell’affermazione
di ammessa nullità.
Fantasma di te stesso
annegato nel livore
di una vita senza amore.
Privo del coraggio
di fissare il tuo io
nello specchio di una vita
senza dolo e senza odio,
hai scelto di vivere sulle macerie
di un’esistenza stroncata
dal peso di ingiurie
che non ti hanno adornato
con ciò che hai defraudato.
E ti trascini compromesso
sotto falsa apparenza
fra le spire del possesso
di una generalità in assoluta assenza
di umanità e presenza.
Maria Michela Petti
(28.03.2020)